giovedì 4 settembre 2025

Post del 23 luglio su Fb: a proposito di Ozzy


Si è spento da poco il Principe delle tenebre: Ozzy Osbourne. Il rock piange la leggenda!

Nato nel cuore industriale di Birmingham il 3 dicembre 1948, John Michael Osbourne — presto ribattezzato “Ozzy” — cresce in una famiglia modesta, tra strade grigie e fabbriche fumanti. Da ragazzo semplice, con pochi sogni chiari, trova la sua via nella musica, attratto dai suoni potenti del rock e del blues che iniziano a scuotere l’Inghilterra.
Nel 1968, insieme a Tony Iommi, Geezer Butler e Bill Ward, Ozzy dà vita a una nuova creatura sonora: i Black Sabbath. Un nome che evoca mistero, oscurità e un richiamo all’occulto, anche se le loro canzoni sono molto più profonde e cariche di messaggi sociali. Il mondo della musica non è pronto per quel suono cupo, denso di riff di chitarra pesanti e testi inquietanti, ma è proprio questa loro unicità a farli diventare pionieri del heavy metal.
Il debutto omonimo del 1970 scuote le fondamenta della musica rock, ma è il secondo album, Paranoid, a catapultarli nell’Olimpo del metal. Ozzy, con la sua voce roca e inquietante, dà vita a inni come “War Pigs” e “Iron Man”, brani che diventano colonne sonore di un’epoca tormentata e ribelle.
Ma la fama porta con sé anche i demoni. La vita di Ozzy diventa un susseguirsi di eccessi, alcol e droga, un inferno personale che spesso rischia di spegnere la sua luce. Nonostante questo, la sua passione per la musica non vacilla mai.
Nel 1979, la strada si divide: Ozzy lascia i Black Sabbath, ma la sua voce non si spegne. Anzi, esplode in una carriera solista straordinaria, con album come Blizzard of Ozz e pezzi leggendari come “Crazy Train” che consacrano il suo nome tra i grandi della musica mondiale.
Anni di successi, cadute e rinascite, di lotte contro i propri limiti e trionfi davanti a milioni di fan. La sua figura diventa icona non solo della musica metal, ma anche della cultura pop, grazie al reality show “The Osbournes” che mostra un Ozzy inedito, più umano e vulnerabile.
Eppure, ogni volta che il palco lo chiama, Ozzy torna a essere il Principe delle Tenebre, colui che ha saputo trasformare il dolore in arte, la rabbia in poesia e l’oscurità in luce.
Ozzy si è spento da poco ma quello che ci lascia è un’eredità indelebile: non solo una voce, ma un simbolo di resilienza e di ribellione, un uomo che ha sfidato il destino con una chitarra in mano e un microfono davanti.