giovedì 4 settembre 2025

I 50 anni di "Crac!" degli Area: libertà in forma sonora


Ci sono album che non si limitano a essere ascoltati, ma che ti costringono a rimettere in discussione il concetto stesso di musica. Crac!, pubblicato nel 1975 dagli Area, per me è uno di questi. L’ho scoperto tanti anni fa, non per caso ma perché me ne parlavano in tanti, e da allora è diventato una pietra miliare del mio percorso d’ascolto: un’opera che non smette di sorprendere, ogni volta che torno ad ascoltarla.
Crac! è forse l’album più accessibile ma non per questo meno radicale degli Area, la band italiana che ha saputo coniugare avanguardia, impegno politico e virtuosismo musicale come pochi altri. Terzo lavoro in studio del gruppo, rappresenta un momento di equilibrio perfetto tra sperimentazione e comunicazione, tra la complessità del jazz-rock e un linguaggio che riesce comunque a essere diretto.
Fin dalle prime note di L'elefante bianco, è chiaro che l’intento è colpire: la ritmica serrata di Giulio Capiozzo e i fraseggi incandescenti di Patrizio Fariselli si intrecciano a una linea di basso inventiva e potente firmata Ares Tavolazzi. A dominare, naturalmente, è la voce di Demetrio Stratos, uno strumento umano capace di estensioni e timbri inimmaginabili, che in Megalopoli e Gioia e Rivoluzione raggiunge vette espressive altissime.
Ma Crac! è anche un album profondamente politico, non nei testi in senso stretto, ma nel modo stesso in cui la musica si pone: libera, collettiva, mai piegata alla logica commerciale. Gioia e Rivoluzione, con il suo ritornello semplice e diretto, è l’emblema di una militanza che sa anche essere contagiosa, quasi pop, senza perdere profondità.
La produzione è pulita, dinamica, valorizza ogni strumento senza mai addomesticarne la forza. Ogni brano è un piccolo manifesto, un gesto artistico e ideologico insieme.
A quasi cinquant’anni dalla sua uscita, Crac! resta un’opera imprescindibile del prog italiano e non solo: è una dichiarazione di indipendenza creativa, un esempio raro di come la musica possa essere complessa e comunicativa, rigorosa e viscerale al tempo stesso