Dopo la svolta storica per la musica di In the court of the Crimson King che pose anche una
pietra miliare e tombale per i King Crimson, giunge In the wake of Poseidon che
forse è l'unico album che prosegue (quasi simmetricamente) il primo,
ripercorrendone la logica nei passaggi tra i brani, dei quali si suppone siano provenienti
dalle stesse sessions precedenti.
Anche il titolo è in sintonia con In The
Court of the Crimson King con un Tammo De Jongh che si occupa
dell’immagine della copertina, intitolata "I dodici
archetipi", dove appaia ono in ordine la
bambina, la donna malinconica o l’incantatrice, il Joker, l’attrice, il Mago, la
natura, lo scienziato, il clown buffone, il guerriero, lo schiavo, il patriarca,
la vecchia. I testi, invece, come sempre, sono di Peter Sinfield. Ma il nuovo disco non è solo
reo di seguire un capolavoro assoluto, ha anche la colpa di non essere dotato
della più bella copertina di tutti i tempi, eretta a simbolo e opera d'arte, ma
di una cover modesta, allegorica, non di grande effetto come la prima. In The Wake
of Poseidon riesce ad essere molte cose, molte delle quali
abbastanza buone, e alla fine è maggiore della somma dei suoi pezzi enigmatici. Naysayers
ha sottolineato che potrebbe essere considerata un'impressione dipinta dai
numeri del primo album. C'è una base per questa critica, ma non tiene
conto del fatto che il follow-up rimane immediatamente più e meno del debutto
più venerato universalmente. Anche se In The Court of the Crimson
King sembra esistere senza tempo fuori dal tempo (avrebbe potuto
essere registrato solo nei postumi della sbronza hippy del '69, ma sembra anche
in qualche modo in anticipo sui tempi), In The Wake of Poseidon è
più di un pezzo del periodo prog-rock, un documento distintivo di un tipo di
musica che non viene più prodotta. Altra curiosità su questo splendido cinquantenne
è che per l'ultima
volta con i King Crimson c'è Greg Lake alla
voce, non più al basso, ora nelle mani di Peter Giles, fratello del batterista Micheal Giles, con il flauto che passa da Ian McDonald a Mel Collins, impiegato anche al sax, che diventerà un punto fermo come solista nei King Crimson, almeno fino
al 1974. Poi Keith Tippet,
fondamentale in questa fase, al piano, vocato al free jazz, tanto da dare
spesso proprio questa impronta alla formula elaborata da Fripp, sempre così aperto alle contaminazioni e alla
sperimentazione, anche se adesso molto più calata nel jazz. E l'instabilità delle
formazioni dei King Crimson confermano l'idea di un grande ego di
Fripp, e di tutti gli altri, destinati a ruotarvi attorno. In the Wake Of Poseidon è un mix eclettico e
sperimentale di riff che schiacciano le ossa, tra stile pop dei Beatles-ish,
ballate tenere, mellotron, ritmi ed episodi atonali imperscrutabili. I
punti salienti includono la chitarra selvaggia di Fripp in Pictures Of A City e la splendida voce di Greg Lake sulla traccia
del titolo, la sua ultima con il gruppo prima della sua partenza per formare
ELP. Grazie al successo del loro debutto nel 1969, quando In The Wake Of
Poseidon fu pubblicato nel maggio 1970, raggiunse il numero 4 nelle classifiche
del Regno Unito con un giornalista che proclamava "Se Wagner fosse vivo
oggi avrebbe lavorato con King Crimson".
Robert Fripp - chitarra
Greg Lake - Vocals
Michael Giles - Batteria
Peter Giles - Basso
Keith Tippett - Pianoforte
Mel Collins - Sax e flauto
Gordon Haskell - Vocals (Traccia 3)
Peter Sinfield - Words
Lato A
1.
Peace - A
Beginning (Peter Sinfield - Robert
Fripp)
2.
Pictures
of a City including 42nd at
Treadmill (Sinfield - Fripp)
3.
Cadence
and Cascade (Sinfield - Fripp)
4.
In the
Wake of Poseidon including Libra's
Theme (Sinfield - Fripp)
Lato B
1.
Peace - A
Theme (Fripp)
2.
Cat Food - (Sinfield - Fripp, Ian McDonald)
3.
The
Devil's Triangle* -
11:39 - (Fripp) including:
o
Merday
Morn - (Fripp, McDonald)
o
Hand of
Sceiron - (Fripp)
o
Garden of
Worm - (Fripp)
4.
Peace -
An End (Sinfield - Fripp)