sabato 16 maggio 2020

In The Wake Of Poseidon, King Crimson....i 50 anni


Dopo la svolta storica per la musica di In the court of the Crimson King che pose anche una pietra miliare e tombale per i King Crimson, giunge In the wake of Poseidon che forse è l'unico album che prosegue (quasi simmetricamente) il primo, ripercorrendone la logica nei passaggi tra i brani, dei quali si suppone siano provenienti dalle stesse sessions precedenti.
Anche il titolo è in sintonia con In The Court of the Crimson King con un Tammo De Jongh che si occupa dell’immagine della copertina, intitolata "I dodici archetipi", dove appaia ono in ordine la bambina, la donna malinconica o l’incantatrice, il Joker, l’attrice, il Mago, la natura, lo scienziato, il clown buffone, il guerriero, lo schiavo, il patriarca, la vecchia. I testi, invece, come sempre, sono di Peter Sinfield. Ma il nuovo disco non è solo reo di seguire un capolavoro assoluto, ha anche la colpa di non essere dotato della più bella copertina di tutti i tempi, eretta a simbolo e opera d'arte, ma di una cover modesta, allegorica, non di grande effetto come la prima. In The Wake of Poseidon riesce ad essere molte cose, molte delle quali abbastanza buone, e alla fine è maggiore della somma dei suoi pezzi enigmatici. Naysayers ha sottolineato che potrebbe essere considerata un'impressione dipinta dai numeri del primo album. C'è una base per questa critica, ma non tiene conto del fatto che il follow-up rimane immediatamente più e meno del debutto più venerato universalmente. Anche se In The Court of the Crimson King sembra esistere senza tempo fuori dal tempo (avrebbe potuto essere registrato solo nei postumi della sbronza hippy del '69, ma sembra anche in qualche modo in anticipo sui tempi), In The Wake of Poseidon è più di un pezzo del periodo prog-rock, un documento distintivo di un tipo di musica che non viene più prodotta. Altra curiosità su questo splendido cinquantenne è che per l'ultima volta con i King Crimson c'è Greg Lake alla voce, non più al basso, ora nelle mani di Peter Giles, fratello del batterista Micheal Giles, con il flauto che passa da Ian McDonald a Mel Collins, impiegato anche al sax, che diventerà un punto fermo come solista nei King Crimson, almeno fino al 1974. Poi Keith Tippet, fondamentale in questa fase, al piano, vocato al free jazz, tanto da dare spesso proprio questa impronta alla formula elaborata da Fripp, sempre così aperto alle contaminazioni e alla sperimentazione, anche se adesso molto più calata nel jazz. E l'instabilità delle formazioni dei King Crimson confermano l'idea di un grande ego di Fripp, e di tutti gli altri, destinati a ruotarvi attorno. In the Wake Of Poseidon è un mix eclettico e sperimentale di riff che schiacciano le ossa, tra stile pop dei Beatles-ish, ballate tenere, mellotron, ritmi ed episodi atonali imperscrutabili. I punti salienti includono la chitarra selvaggia di Fripp in Pictures Of A City e la splendida voce di Greg Lake sulla traccia del titolo, la sua ultima con il gruppo prima della sua partenza per formare ELP. Grazie al successo del loro debutto nel 1969, quando In The Wake Of Poseidon fu pubblicato nel maggio 1970, raggiunse il numero 4 nelle classifiche del Regno Unito con un giornalista che proclamava "Se Wagner fosse vivo oggi avrebbe lavorato con King Crimson".

Robert Fripp - chitarra
Greg Lake - Vocals
Michael Giles - Batteria
Peter Giles - Basso
Keith Tippett - Pianoforte
Mel Collins - Sax e flauto
Gordon Haskell - Vocals (Traccia 3)
Peter Sinfield - Words

Lato A
1.   Peace - A Beginning (Peter Sinfield - Robert Fripp)
2.   Pictures of a City including 42nd at Treadmill (Sinfield - Fripp)
3.   Cadence and Cascade (Sinfield - Fripp)
4.   In the Wake of Poseidon including Libra's Theme (Sinfield - Fripp)
Lato B
1.   Peace - A Theme (Fripp)
2.   Cat Food - (Sinfield - Fripp, Ian McDonald)
3.   The Devil's Triangle* - 11:39 - (Fripp) including:
o    Merday Morn - (Fripp, McDonald)
o    Hand of Sceiron - (Fripp)
o    Garden of Worm - (Fripp)
4.   Peace - An End (Sinfield - Fripp)