La band leccese, alle prese
con la presentazione ufficiale del loro primo album presso le Officine
Culturali Ergot il prossimo 16 ottobre, propongono un disco che viaggia nel
miglior rock, grazie anche ad una efficace autoproduzione.
"Madeleine
rappresenta l’anima Adolescente che nonostante tutto il marcio, resiste
cercando di rimanere intatta".
Questo in sintesi l’ispirazione che i
Viaggi di Madeleine hanno avuto per dare un nome alla band progressive leccese
che è ora alle prese con la promozione del loro primo lavoro omonimo, I Viaggi Di Madeleine, che verrà presentato il prossimo 16 ottobre a Lecce presso le Officine Culturali Ergot. Il loro è un
disco che richiama alla mente atmosfere tipiche del progressive rock anni
settanta, ma che attinge anche nei successivi decenni, componendo uno stile del
tutto personale che lascia un’ottima impressione grazie alle ottime sonorità e
capacità musicali di Francesco Carella che con la voce e le tastiere ci sa fare
davvero esibendo un bagaglio sonoro che richiama alla mente i tocchi di un
certo Emerson, così come le chitarre di Giuseppe Cascarano, che sanno giocare
davvero con i vari stili, fanno riferimento un po' a tutto l’inscindibile del
rock e del blues. Ed è così anche per l’uso della batteria da parte di Giuseppe
Quarta che insieme al basso di Posizione libera formano la piattaforma ritmica
su cui si basa tutto il sound dei Viaggi Di Madeleine. Nel disco è percepibile
in tutto e per tutto la decennale esperienza dei vari membri e quelle che sono
le loro influenze musicali che, a volte sembrano caratterizzate da un suono
quasi sporco ma incisivo, a volte invece intriso di una limpidezza che fa
meritare a questa band del Salento il titolo di “geniale”. Ed è una genialità
che ormai la band ha scolpito nei solchi di questo disco che con l’apertura
affidata a Contrappunti d’autunno, oltre
a brillare di verve psychedelica pone al centro dell’attenzione l’uso degli
strumenti che si completano con la bella voce di Francesco Carella. Il secondo
pezzo de I Viaggi Di Madeleine, Gods Of Distant Worlds, sembra un po'
più ispirato e composito capace com’è di far immaginare un viaggio musicale che
dai vellutati suoni iniziali si sposta tutto su un rock quasi sperimentalistico
intriso com’è di passaggi alla .... Muse. Ma sappiamo bene quanto la band
lavori sulla ricercatezza e, di questi tempi, ve lo assicuriamo, trovare band
del genere è davvero complicato. Il
Viaggio probabilmente rappresenta la parte più sinfonica di questa band che
fa della chitarra e delle tastiere il proprio mantra, e così la leggerezza di
un rock “viaggiante” si presenta qui con uno stile che fa espresso riferimento a
tutto quel genere di musica che ha rappresentato un’epoca, quella dei settanta
che abbiam vissuto pienamente perché ci abbiam creduto e, forse, qualcuno di
loro sa di cosa stiamo parlando. Qui la linea melodica sembra proprio voler
rappresentare quel “sogno di Madeleine” che diventa viaggio anche quando la
chitarra di Giuseppe Cascarano si scatena in un rock d’altri tempi ma sempre
attuale. Kamaloka è invece un pezzo
che apparentemente viaggia nello sperimentalismo prog, ma che ben presto si cala
in atmosfere di stile gobliniano e, se volte, da colonna sonora finale di un
film dove la paura ha sempre fatto capolino. Ed è alla superba interpretazione
musicale che si deve tutta la bellezza di un album che, se per I Viaggi Di
Madeleine è il primo, già dimostra come questa band, proseguendo su questa
scia, abbia un futuro da grande band. La conclusione del disco, che vede in Mendicante, il pezzo finale, dimostra
come la musica sia poi la sintesi di tutte le esperienze dei componenti, e di
quegli amori verso i più disparati generi di musica rock che assorbono tutto il
meglio della produzione degli anni progressive.